Carnevale, dolci più cari: prezzi alle stelle

Volano i prezzi delle materie prime per i dolci: farina a +36%, uova a +52% e latte a spot +13%. Monika Walch (Confesercenti): “Pasticcerie e gelaterie devono fare i conti con prezzi produttivi sempre più impattanti”. La conferma di Pennini: “Qui aumenta tutto”

Uova e farine volano. Normale, è il periodo di Carnevale ma il problema è che, oltre al consumo, salgono vertiginosamente anche i costi di queste materie prime. Un rialzo che non può che riflettersi su chi, in questi giorni, ci sta deliziando con krapfen e crostoli come le pasticcerie. I dati sono quelli elaborati da Bmti sulla base degli indicatori raccolti dalle Camere di Commercio. “I prezzi all’ingrosso della farina – spiega Monika Walch, presidente della categoria degli agenti di commercio di Confesercenti Alto Adige – sono più alti del 13,6% rispetto ad un anno fa nonostante una flessione del -3,4% mese su mese. Non solo, se prendiamo come riferimento il quinquennio dal 2018 al 2022 l’aumento è di +36,9%. Davvero sensibile”. Restano su costi elevati anche le uova che conoscono in questo periodo un aumento della domanda a fronte di un’offerta limitata. “I prezzi delle uova taglia L da allevamenti a terra formulati dalla Commissione Unica Nazionale sono saliti fino ai 2,45 euro al chilo arrivando ad un rialzo del +51,2% rispetto al 2022”.

Solo il burro fa sorridere

Discorso diverso, invece, per il latte che in effetti sta conoscendo un parziale assestamento dei prezzi. “Attenzione però – continua Walch – al prezzo del latte spot che è quello venduto fuori cisterna e rappresenta un buon campione per i momenti di maggiore produzione. Qui la crescita è del 13,9% su base annua. I motivi? Ancora si risente dell’aumento di mangimi ed energia oltre alla frenata produttiva generale”. L’unico raggio di sole, insomma, arriva dal burro. “Quello fortunatamente ha registrato un vero e proprio crollo con un -22% all’ingrosso”.

“Gli aumenti colpiscono dolci e gelati”

Tutto questo, chiaramente, si riflette su maggiori costi per la produzione, margini di guadagno più risicati e, in alcuni casi, possibile aumento dei prezzi al consumatore. Che la situazione non sia semplice lo conferma anche Luigi Pennini dell’omonima gelateria e pasticceria in via Resia a Bolzano. “Purtroppo è aumentato davvero tutto e non è semplice fronteggiare rincari così diffusi e complessivi. Vale sia per i prodotti di pasticceria stagionali sia per quelli più classici validi tutto l’anno. Le materie prime, poi, sono attigue a quelle utilizzate per il gelato quindi anche in questo settore ci troviamo a dover affrontare questa situazione. L’obiettivo è sempre quello di garantire un alto standard di qualità senza scaricare il peso dei rincari su clienti. Stringiamo i denti”.

L’incognita siccità

Il futuro riserva qualche speranza ma anche delle incognite. “Fortunatamente una luce si coglie visto che i trend dei prezzi per alcune di queste materie prime segnalano una leggera diminuzione nei prossimi quattro o sei mesi. Certo, a patto che le tensioni nell’Est Europa si plachino”. Non siamo, quindi, nel campo delle certezze e il clima certo non aiuta. “E’ giusto e doveroso menzionare il rischio di un’altra estate torrida che potrebbe tornare a far lievitare i prezzi ma anche rendere difficile il reperimento di alcuni ingredienti. Gli agricoltori, tutta la filiera e anche noi consumatori dobbiamo sperare nella pioggia”.

Alan Conti

Condividi