Confesercenti: “La Provincia del futuro? Si occupi del rilancio dei quartieri”

Confesercenti

Il direttore di Confesercenti Mirco Benetello spiega ai candidati cosa può essere utile al commercio di vicinato del futuro. “La Provincia avvii un progetto triennale per rilanciare un quartiere con interventi ad ampio spettro. Facciamo cose belle. Creare attrattività è l’unico modo per aiutare il commercio. Una soluzione veloce? Decentralizzare servizi ed uffici”

“La politica della Provincia non può aprire nuovi negozi, bar o ristoranti. Può, però, creare le condizioni per creare maggiore attrattività aiutando chi già c’è. In particolare nei quartieri delle cittá”. La direzione di Confesercenti sa perfettamente come calarsi nel periodo elettorale. Grazie ad una certa esperienza conosce dinamiche e minimi risvolti delle campagne elettorali. Così il direttore Mirco Benetello sa anche che queste sono le settimane delle “liste della spesa”. Associazioni, enti, istituzioni e naturalmente anche le associazioni di categoria avanzano le richieste per la nuova legislatura. A volte stilando veri e propri elenchi. “A noi però interessa focalizzarci su pochi punti ma dirimenti ragionando solo nell’ottica dello sviluppo di comunità. Perché l’economia è comunità. Ecco, quindi, che il nucleo di ogni richiesta si può sintetizzare nel lavoro per un maggiore coinvolgimento della Provincia nella valorizzazione e talvolta riqualificazione dei quartieri delle città. Penso a Bolzano ma anche Merano o Laives. Una maggiore attenzione al bello che permetta a queste strade di essere sempre più interessanti per la popolazione residente e anche per il turismo. Alla fine, come spesso accade, le nozioni fondamentali sono anche le più semplici. Il modo migliore per aiutare il commercio e i pubblici esercizi è portare gente davanti alle vetrine. Il come è il vero nodo e noi riteniamo che l’arte, la cultura, il bello e la funzionalità siano le strade maestre”. 

Difendere anche i rioni dallo spopolamento

Dei quartieri, però, storicamente si occupano più i Comuni che l’ente provinciale. “Ecco, questa è un angolo di osservazione sbagliato. La qualità di vita dei cittadini è assolutamente legata alla disponibilità di servizi che hanno nelle vicinanze della residenza. Perché tenere aperto un negozio in un piccolo paese è questione cruciale per l’ecosistema provinciale mentre tenerlo aperto in un quartiere di Bolzano, Merano e Laives no?  Entrambi rischiano uno spopolamento che è dannoso per la comunità altoatesina nel complesso. Qui non ci sono steccati tra urbano e rurale così come non esistono, per carità, distinzioni etniche o linguistiche. Qui tutti, ma proprio tutti, vogliamo la stessa cosa e cioè che l’interezza delle comunità residenziali altoatesine abbiano una buona qualità di vita. Riguarda tutti noi assieme e non singole parti”.

Scegliere un quartiere e partire da quello

Che non si tratti di una richiesta astratta e teorica lo dimostra il fatto che Benetello abbia le idee chiare anche sulla sua concretizzazione. “La Provincia potrebbe tranquillamente decidere di individuare un rione o una zona sulla quale realizzare dei precisi progetti di rilancio profondo. Dall’infrastruttura a qualsiasi idea culturale, artistica o di intrattenimento. L’importante è fare cose belle. Iniziare concentrandosi su un quartiere magari con un progetto triennale di ampio respiro. A quel punto diventerebbe un’azione davvero mirata e sinergica con il Comune di riferimento. Difficile? Sì, ma è anche l’unica vera risposta alla domanda che la politica ogni tanto si pone su come aiutare il commercio di vicinato”.

Decentrare, finalmente, servizi ed uffici pubblici

C’è, infine, un capitolo altrettanto importante che riguarda il passaggio funzionale di persone nei quartieri. “È un argomento di cui si parla da moltissimo tempo – chiude Benetello – ma purtroppo non trova mai una vera applicazione, ad eccezione della sede ASSB a Casanova. Perché Provincia e Comune non iniziano davvero a decentrare servizi ed uffici? Si era parlato dello spostamento dell’anagrafe ma senza alcun seguito. Non si tratta di un capriccio ma potrebbe essere una soluzione determinante e tutto sommato concettualmente semplice per aiutare moltissimo il commercio di rione. Il modo c’è”.

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