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Confesercenti: “Saldi? Il peggior febbraio dal 2015”

Confesercenti pubblica dati nazionali sconfortanti con riflessi anche sull’Alto Adige. “La fiducia cresce ma non i consumi. Nelle città abbiamo pagato la partenza posticipata e il clima mite. Il turismo? Mitiga gli effetti negativi ma solo in alcune aree”

“E’ stato il peggior febbraio dal 2015”. La sentenza arriva dai calcoli di Confesercenti nazionale e porta a riflessioni approfondite anche in Alto Adige dove i saldi invernali nelle città non hanno portato a particolari entusiasmi. “Assistiamo – precisa la presidente di Confesercenti Elena Bonaldi – ad un aumento della fiducia nelle famiglie grazie ad un’inflazione che abbassa un po’ la sua morsa. A certificarlo è direttamente l’Istat. Questo è naturalmente positivo ma non si traduce in una ripresa proporzionale anche dei consumi a fronte di nuclei famigliari che optano per il risparmio. Così la rete delle piccole imprese si trova a fronteggiare una fetta di mercato ridotta dove deve fare i conti con le distorsioni concorrenziali dell’online e della grande distribuzione”. Non solo l’auspicio dell’associazione nazionale è quello di un’accelerata alla riforma fiscale: “Non è un mistero come l’alleggerimento della pressione fiscale, specialmente sul lavoro, sia la via maestra per stabilizzare le attese delle famiglie”.

Partenza, clima e turismo

Il dato da cui parte la riflessione complessiva è l’indice di fiducia del comparto del commercio che si ferma a 100,6: è il dato di febbraio peggiore da nove anni. “Non ha nemmeno aiutato il clima con temperature eccezionalmente miti. Sette negozi su dieci hanno lamentato risultati inferiori a quelli del 2023 e a Bolzano abbiamo anche dovuto subire le conseguenze di una partenza sfalsata e ritardata rispetto al resto d’Italia. L’eccesso di promozioni sta poi diluendo l’impatto delle vendite stagionali con una corsa allo sconto sui canali di eCommerce che influisce negativamente sugli equilibri dei canali di vendite. La corretta concorrenza anche online è un tema urgente”. In Alto Adige, tuttavia, abbiamo un fattore di differenza che è il turismo. “E’ vero, mitiga gli effetti negativi del dato nazionale ma solo in alcune aree specifiche. Questo è positivo ma è anche vero che si sta allargando la forbice tra le aree turistiche e quelle residenziali ed è quantomai opportuno impegnarsi per bilanciare maggiormente questo rapporto”.

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