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Intelligenza Artificiale, in arrivo agevolazioni fiscali

Intelligenza Artificiale

Il nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale prevede agevolazioni fiscali per le pmi e le startup. Walch (Fiarc Confesercenti): “Possono essere utili al tessuto economico locale. La nuova giunta provinciale consideri l’AI una priorità per la crescita delle PMI e le startup. Economica e informativa”

L’intelligenza artificiale trova una sua (tarda) regolamentazione europea e spalanca nuove possibilità di sviluppo e di innovazione per le piccole e medie imprese e le startup. A raccontarlo è Monika Walch, presidente FIARC Confesercenti in Alto Adige, che ha seguito con interesse quanto avvenuto a Bruxelles lo scorso 7 dicembre. “Le istituzioni hanno posto una importante cornice normativa a una tecnologia che è ormai massicciamente presente in alcuni processi produttivi di big player mondiali. Nello stilare questo piano, però, l’Unione Europea ha impostato delle politiche che potranno avere interessanti riflessi anche sul tessuto economico altoatesino perché riguardano direttamente le piccole e medie imprese. Previste, infatti, agevolazioni fiscali per l’inserimento dell’intelligenza artificiale nelle attività e nei procedimenti anche delle piccole imprese. Resta ora da capire in che modo l’Italia e poi, a ricaduta, la Provincia intenderanno concretizzare questa impostazione. Quali saranno, insomma, requisiti e meccanismi per questo tipo di agevolazione che, come tutte, avrà anche un suo limite temporale”. Non basterà certo proporre una convenienza economica per favorire la diffusione di questi strumenti. “No, sarà importante il ruolo informativo di tutti. Cominciando dalla nuova giunta provinciale e arrivando alle associazioni di categoria. Tutti dobbiamo sentirci responsabilizzati nel promuovere uno sviluppo positivo di questo tipo di innovazione. Sensibilizzare i  piccoli imprenditori come e dove poterla inserire: dalla produzione alla logistica, al marketing e l’amministrazione. Secondo Il Sole 24 Ore, infatti, solo il 2% delle pmi italiane utilizza strumenti di intelligenza artificiale: è troppo poco. Non si tratta sempre di procedimenti o prodotti particolarmente complicati. Pensiamo, per esempio, all’intelligenza artificiale nell’impiantistica e la robotica, nella gestione del rischio, nella gestione della comunicazione in rete, ChatGPT o i generatori di immagini sempre più diffusi. Quando si è di fronte a uno strumento potente a fare la differenza è sempre il come si intende utilizzarlo”.

Il messaggio, dunque, dovrà avere un duplice destinatario: l’economia e la politica. “Auspichiamo che la nuova giunta provinciale faccia dell’intelligenza artificiale una priorità” continua Walch. “E’ anche compito dell’amministrazione sensibilizzare e formare gli imprenditori, per usare al meglio l’intelligenza artificiale come trampolino di lancio per la crescita e l’innovazione. Spetta sempre all’amministrazione incanalare questa nuova tecnologia nella giusta direzione. Tutte le innovazioni dirompenti hanno dei profili di rischio e la regia politica e pubblica può fare molto per limitare i pericoli e massimizzare i vantaggi”.

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